Violette in Val di Susa, all'Alpe Formica, sopra Condove -Torino
Quattordici viole lungo la mulattiera, quattordici e molto per bene (tranne una) come allieve di una scuoletta di montagna, timide e ordinate.
"Tutte sull'attenti! - intima la capoclasse- Arriva la maestra Formica".
"Mai una volta che sia in ritardo!" commenta la viola più a sinistra, nota per mordere il freno.
"Oggi vi parlerò dei cinghiali che salgono in branco fino ai mille e tre e dove passano distruggono tutto, come le orde di Attila"- esordisce la maestra Fornica mentre ancora procede ansimando, perché si sa, è una che non sprecherebbe un attimo del suo tempo prezioso, nemmeno se avesse la febbre a quaranta.
"Questa scopre sempre l'acqua calda! - sbuffa la viola più a sinistra. - Ce lo deve spiegare lei cosa fanno i cinghiali! Finita la lezione prende e se ne va e noi restiamo qui sperando di essere ancora vive il giorno dopo. E' un mondo difficile... via i cinghiali arrivano le vacche al pascolo, e ben che vada finiamo tutte nel burro".
La maestra Formica, che ha l'orecchio fino, intercetta il commmento, ma non ribatte. Si limita a fulminarla con un'occhiata feroce da dietro le lenti spesse, inserite in una montatura nera nera, come nero è il suo grembiule anti desiderio da creatura incapace di pensare al piacere perché, si sa, il dovere prima di tutto.
"Attila, il flagello di Dio, nacque il ....- continua imperterrita e soprattutto soddisfatta della sua capacità di essere altamente interdisciplinare.
Tredici violette diligenti prendono appunti.
Una naturalmente no.
Gira la corolla sempre più a sinistra cercando di captare i rumori che giungono dal fondo valle.
" Potessi avere le gambe- borbotta - Mi metterei gli scarponi e mi unirei ai no tav!"
Le altre non ci fanno caso. La conoscono bene... meglio lasciare che si sfoghi. Tanto due gambe non le avrà mai e men che meno gli scarponi.
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