sabato 31 ottobre 2015

PICCOLE STREGHE VOLANTI A L'AVANA NELLA CASA DE LA OBRAPIA

Ritratto con streghette a Cuba.

C'era una volta una coppia
 di piccole streghe volanti nella Casa de la Obrapia,
nel cuore coloniale di L'Avana,
e dietro di loro una giovane donna elegante.
L'abito delle streghe era più nero della pece,
quello di lei bianco come la spuma del mare.
Gliel'aveva regalato Obatalá,
signore della luce, perché
il buio non le facesse mai paura.
La videro i bimbi della classe de la Obrapia
ed ognuno le dedicò una storia.
Nessuno parlò di Halloween.
Molti dissero invece che las brujas 
erano i cattivi pensieri
che si allontanavano
per lasciarla vivere serena.



venerdì 30 ottobre 2015

LA BALLATA DI ANTONIO VENDRAMIN

ANTONIO VENDRAMIN - Renato Scagliola e Cantambanchi


youtube.com
Clicca sul titolo o sul riquadro per guardare il video.




Maria Giulia Alemanno ©: Antonio Vendramin, tavola 1.
inchiostro di china su carta, 1977



La ballata di Antonio Vendramin, cavallo di battaglia dei Cantambanchi, storico gruppo del folk italiano, è stata scritta negli ormai lontani anni 70 da Renato Scagliola, giornalista e cantambanco d.o.c. 
La musica è di Piero Marchisio, per un breve tratto cantambanco. 
La registrazione degli anni 80,  è arricchita dalla presenza di Sergio Balestracci, maestro di musica antica, la cui partecipazione straordinaria rende questa versione unica e preziosa.
In tanti ricordano ancora la triste e dolorosa storia di Antonio Vendramin, mille volte cantata in giro per il Piemonte e oltre confine, quando i Cantambanchi si muovevano a bordo di un pulmino  amaranto carico di strumenti, con la scritta al contrario come le autoambulanze. Su quell' "ambulanza musicale" il buon Vendramin si sarebbe di certo trovato a proprio agio e fors'anche riposato, lui che aveva dovuto combattere sempre, in guerra e nella vita. Soldato in Albania, emigrante in Germania poi contadino in Polesine, dopo aver faticosamente messo su casa con moglie e bambini, nel ’52 si era visto portare via tutto dalla piena del Po, un dramma condiviso da migliaia di famiglie costrette a cercare rifugio e lavoro altrove.  Come per molti altri il suo altrove si chiamava Torino.
 
Nuova esistenza, nuovi disagi, nuove difficoltà che Vendramin cerca di annegare nel vino. Il suo racconto si dipana in quella strana lingua che è il veneto-piemontese: cadenza e parole della terra d’origine mischiate a quelle della terra d’adozione.  La gente colta la chiamerebbe asetticamente “transculturazione”. Per lui non è stata altro che “una vita da bestia”.

Le dieci tavole della storia di Antonio Vendramin che ho recuperato dal cassetto dei ricordi per dar loro la nuova veste del video, risalgono al 1977. Le avevo disegnate su fogli ruvidi, con tratti veloci di penna intinta in inchiostro di china, poi annacquato per essere steso a pennello. Spero conservino ancora una loro freschezza, specie ora che ho potuto farle rivivere accostate al testo e alla musica. E Vendramin, nonostante il tempo che è passato,  continua a farmi tenerezza, con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così, di uno che non ha mai visto Genova.


mercoledì 28 ottobre 2015

UN DRAPPO DI SETA ARANCIO E ORO PER OCHUN

Ochun 
tempera e acrilico su tela di sacco
cm 180 x 115
2004

Così era, ancora costretta in un telaio,
la mia Ochun, prima di volare con altri undici Orishas
a L'Avana, 
dove sarebbe stata esposta 
nella cornice coloniale
 della Casa Museo Alejandro de Humboldt
nel gennaio del 2005.
Su una sedia avevo appoggiato un drappo di seta
arancio e oro, 
forse per esaltarne lo splendore.
Pura luce,
incanto,
meraviglia
dell' Africa lontana
da me,
in terra di risaia.



sabato 17 ottobre 2015

AUTORITRATTO CON S-VANITÁ


Davanti a S-Vanità
Grafite, inchiostro di china, pastelli a olio su carta
 nella sacrestia della chiesa di San Pietro fuori le mura 
a Crescentino (Vercelli)
durante la personale "RISVEGLI"
estate 2005

Da giovane la zia Lina, 
altera nella propria opulenza,
guardava il mondo con distacco,
convinta d'essere stata baciata dall'immortalità.
Ma tutto svanisce, nessuno resta.
Ora anche lei riposa nel cimitero del paese,
uguale a tutti gli altri,
ricchi o poveri che siano stati.
Per questo il ritratto immaginario
che le ho dedicato
s'intitola
S-Vanità.


giovedì 15 ottobre 2015

LA FORTEZZA DI VERRUA SAVOIA DAI CAMPI DI CRESCENTINO


La Fortezza di Verrua Savoia dai campi di Crescentino


Fin da piccola ho amato i grandi cieli dell'autunno
spalmati sopra la meliga appena raccolta.
Ciò che rimane delle fiere piante erette
è un esercito di soldatini in disfatta,
disordinati su un terreno umido di nebbie e di piogge.
Dai campi di Crescentino lungo il Po
 la fortezza di Verrua Savoia,
che di scontri tra Francesi e Piemontesi
ne ha visti e sopportati tanti,
appare offuscata, confusa tra la vegetazione,
quasi inesistente,
 fondale di un teatro d'altri tempi
di cui sfuma la memoria.




mercoledì 14 ottobre 2015

INTERROGATIVA


Interrogativa
inchiostro di china su foglio di quaderno a righe
cm 19,5 x 14,5
2015

Quella che un tempo
sulle pagine giallognole del quaderno 
scriveva temi ingenui,
mai fuori dalle righe,
è diventata interrogativa.
L'inchiostro si spande in laghetti neri
di cui non si vede il fondo.
Così è la vita.


lunedì 12 ottobre 2015

IL CONSIGLIO

 Il consiglio

particolare di Donne- Striscia n.2
china e acquerello su carta
2014


"Ti dò un consiglio - le sussurrò l'amica, -
-Fidati soltanto di te stessa."
Lei l'ascoltò perplessa
ma le parole iniziarono 
a sovrapporsi nella sua mente
 come le pietre e i mattoni di un castello .
Fu così che iniziò a costruire barriere.
Si difese.
 Si sentì meglio.

domenica 11 ottobre 2015

DI PROFILO

Di profilo
particolare di Donne- Striscia n.2
china e acquerello su carta
2014

Il mondo ruotava intorno a lei 
ma non lo vedeva.
Erano altri i mondi che cercava
nascosti nel fondo dell'anima.


domenica 4 ottobre 2015

FRANCESCO MAESTRO DI DIALOGO E SPERANZA


Maria Giulia Alemanno © davanti a: Francesco e Chiara - Il nido

acrilico su francescana tela di sacco
185 x 118 cm,

realizzato per la mostra 
"San Francesco e Chiara d'Assisi Maestri di Dialogo e Speranza"

esposta nel Palazzo Ducale di Massa nell'ottobre 2010


Oggi è il giorno di San Francesco.

Voglio semplicemente "pregarlo" così,
 
 ritornando con la mente ed il cuore

al doppio ritratto immaginario, 
suo e di  Santa Chiara,

che ho dipinto, con grande emozione, 
tra l'estate e l'autunno del 2010.

Ora Francesco è anche il nome di un papa illuminato 
che 
ne incarna il messaggio e lo spirito.

Se solo il mondo si fermasse ad ascoltarli....



sabato 3 ottobre 2015

SANTERA DI YEMAYA AD OCCHI CHIUSI NEL CHIUSO DI UNA STANZA



Santera de Yemayá pensando

inchiostro di china su carta

pennello e penna di bambù

2015

Ad occhi chiusi, 

nel chiuso di una stanza azzurra,

Blanca, santera di Yemayá,
 rincorreva i propri pensieri

in acque burrascose e mulinelli di vento.
 
Por suerte le era accanto una sirena.

 Conosceva gli abissi degli umani,

  
  mitigava sconforto e  solitudine.

Da sola non ce l’avrebbe fatta

a sfidare le tempeste della vita.
La Grande Madre e la sua ancella

le regalavano la forza delle onde,

e lei, lasciandosi trasportare, 

giungeva a spiagge tranquille.
Solo allora apriva gli occhi

alla luce della luna o del sole.