Ginnastica dolce
china, acquerello, collage su carta
cm 24 x 16
2000
Prima delle vacanze era iniziata
la solita, deprimente prova costume.
Davanti allo specchio tutte le sere,
gira di qua, gira di là.
oddio la cellulite, oddio i cuscinetti,
oddio le gambe gonfie,
oddio sembro una luna piena....
e come faccio a presentarmi in spiaggia,
e lui cosa dirà? e se farà paragoni?
e se guarderà quelle più giovani
levigate, scolpite, toniche, perfette?
Come molte di noi donne, senza limiti d'età,
( perché ben poco negli anni abbiamo imparato
sulla necessità imprescindibile di volerci bene),
iniziò a massacrarsi con ore e ore di palestra.
Non c'era corso di fitness che non fosse suo,
spinning, aerobica di ogni genere,
rebound su tappeti rimbalzanti,
zumba sudaticcia ai ritmi del caribe,
pilates, oh magico pilates
che ti modella più di una modella,
acquagym
con un folto gruppo di altre sirenette a mollo in piscina.
E la dieta, che dire della dieta?
Una carota e uno zucchino lessi,
una mela verde,
insalata quasi scondita,
tristissimo riso integrale bollito,
formaggette anemiche.
Finché un giorno si pose la domanda del secolo:
Per chi? Per cosa?
E sui due piedi decise di diventare
il personal trainer di se stessa.
Se sollevamento pesi deve essere,
sollevamento sia!
E si sentì finalmente sollevata quando,
senza nessun senso di colpa,
nessuno,
uscì a comprarsi un gelato galattico
con tutti i gusti possibili,
fragola,
cioccolato fondente,
menta,
crema,
limone,
cassata,
stracciatella,
nocciola,
torroncino,
albicocca,
pesca,
frutti di bosco,
mango,
panna,
pistaccio di Bronte,
gianduia,
caffè,
persino il Puffo Blu,
chiaro sintomo di ritorno all'infanzia.
Quella sera lo specchio
le restituì un grande sorriso.
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