Sulla lavagna
penna a sfera su foglietto - elaborazione al computer
forse 2000
Se la memoria non mi tradisce,
la nostra lavagna delle elementari aveva due facce,
una completamente nera
l'altra a quadretti,
come se solo i numeri avesse diritto ad essere contenuti in grate.
Le lettere no, rischiavano di fluttuare libere,
e per andare dritto, cosa che ci veniva richiesto,
dovevamo arrangiarci.
Gli ottimisti tendevano verso l'alto,
i pessimisti erano attratti dal precipizio
dell'angolo inferiore destro,
i semplicemente disordinati proponevano percorsi zigzaganti.
I più equilibrati -
che piacevano tanto alla maestra
e molto meno ai compagni,
conoscevano l'arte di far scorrere le parole
e molto meno ai compagni,
conoscevano l'arte di far scorrere le parole
su righe inesistenti,
come treni su binari che portavano senza soste a Porta Nuova.
Erano gli ordinati per eccellenza,
quelli che stavano perennemente con la mano alzata.
Carla Io-lo-so
Alberto Io-lo-so....
sapevano tutto,
tranne che li trovavamo odiosi.
Questa mia ideale lavagna a righe
non è certo per loro.
E' per quei miei compagni
che andavano storto,
scrivevano Guglielmo senza g
e cuore con la q
con calligrafia, diciamo, creativa.
La maestra li tollerava appena.
Io invece li trovavo divertenti,
alternativi, quasi irresistibili.
Chissà che ne è stato della loro vita...
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