domenica 28 giugno 2015

LA CALDA ESTATE DELL'OTTAVO NANO


Uno degli otto nani dello zio Sandrot. 
Via Clerico, Crescentino (Vercelli)


Nella casa dello zio Sandrot i nani sono sempre stati otto,
otto e senza nome.
Questo, quarta sentinella su via Clerico,
 per noi bambini era semplicemente 
" il Nano col fiasco".
 Allora, come tutti i suoi compagni, 
indossava abiti lucidi e allegri
ma il tempo ha ingrigito anche lui,
proprio com'è accaduto ai templi greci 
che ora stentiamo ad immaginare
dipinti con colori sgargianti.
Meglio così. 
Con gli altri guardiani della casa dello zio Sandrot
è ormai diventato una statua classica.
Da piccoli pensavamo che avesse gli occhi a mezz'asta
per via del vino che beveva di nascosto.
Nessuno di noi l'aveva mai visto all'opera
ma i grandi ci assicuravano che qualcuno in famiglia 
- per piemontese riservatezza non ci rivelarono mai chi-
sapeva che era solito tracannare
barbera e grignolino
non appena calava la notte.
Ci cascavamo tutti,
 dato che per pigrizia o per beata ingenuità 
 non mettevamo mai in dubbio nulla,
neppure l'esistenza di Babbo Natale.
In estate quell'aria appisolata 
diventava ancor più evidente
per via del caldo che picchiava senza pietà 
per ore e ore e ore.
Era così intontito che, se avesse potuto parlare, 
avrebbe biascicato parole senza senso, 
malamente arrotolate sulla lingua
come cordini cosparsi di nodi.
Non era un tipo che dava confidenza, lui, 
a differenza del " Nano sul fungo",
il fumatore di pipa che presidiava il viale
e sapeva sempre tutto di tutti.
Ma un certo fascino l'aveva,
specie quando la sua figuretta rotonda
si stagliava contro le plastiche foglie del fico
e le ortensie rosa lacca dello sfondo.
Allora appariva persino più gioviale,
 quasi amabile.
 Forse un giorno ci avrebbe regalato un sorriso. 




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