domenica 1 marzo 2015

L'AQUILONE DEL SIGNOR ROSSI ERA VERDE

L'aquilone verde del signor Rossi
inchiostri di china e pastelli acquerellabili su frammento di carta
2015


Il signor Rossi era un omino di poche parole, 
nè allegro, nè triste,
tendenzialmente insignificante.
Viveva nella periferia di una grande città.
alloggio al quarto piano senza ascensore,
un lavoro come magazziniere in un negozio di corde e cordini,
fin da ragazzo al servizio dello stesso padrone, ormai ottuagenario.
Intorno ai quarant'anni, su consiglio di una zia paterna,
 si era scelto una moglie poco loquace,
donna di chiesa, dedita alle opere di bene,
figura di carta velina, tranquilla e discreta
che mai avrebbe osato interrogarlo 
sulla natura dei suoi scarsi sogni.
Come dire: la donna ideale.
Dunque madamin Rossi non faceva domande
quando il marito usciva di prima mattina 
nelle domeniche di vento,
e si avviava verso il parco
dove già andava a giocare da bambino
(inutile sottolineare che era un tipo abitudinario).
Lì pian piano arrivavano altri omini come lui,
tutti in assoluto silenzio,
tutti dall'aria molto per bene,
e ognuno portava con sé il proprio aquilone.
Ce n'erano di tutte le forme e di tutti i colori,
draghi fosforescenti, velieri volanti,
farfalle variegate, uccelli del paradiso.
Quello del signor Rossi, legato coi cordini del negozio,
 era, manco a dirlo,
essenziale, privo di decori 
ma rigorosamente verde,
il che costituiva per lui il massimo della trasgressione.
Aspettavano tutti il soffio di vento più propizio
per lasciare andare le loro creature
e lassù in alto
l'aquilone del signor Rossi
faceva una gran bella figura,
tanto che gli altri omini bisbigliavano:
"Che grande idea ha avuto Rossi
a volerlo Verde Speranza!"
Che cosa sperasse non lo disse mai.
Ma gli piaceva lanciare in cielo un messaggio
che qualche angelo, forse, avrebbe raccolto,
interrogandosi poi su cosa avrebbe voluto in dono
quel piccolo uomo, in apparenza desideroso di nulla.



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