L’ABBRACCIOL’eccezione di un gesto
Una mostra d'arte internazionale
a cura di Gina Taddei e Paola Travaglio
ex Chiesa dei Battuti
ingresso via Castello 1
BOSSOLASCO
(Cuneo)
Inaugurazione sabato 31 luglio, ore 17:00
Opere e interventi di:
Nicola Abbruzzese
Corrado Alderucci
Maria Giulia Alemanno
Hermelando BernabéMarhuenda
Ines Daniela Bertolino
Anna Borgarelli
René Breila
Carla Bronzino
Raffaella Brusaglino
Cornelio Cerato
Eleonora Collini
Elio Delgado Valdés
Carlo Dezzani
Germana Eucalipto
Fabrizio Garelli
Cinzia Ghigliano F
ranco Giletta
José González Jogo
Francisco Gordillo
Jotaká
Marco Laganà
Vito Langa
Julio Ángel Larramendi
Arianna Lion
Fabio Mancari
Elisa Marengo
Néstor Martí
Victor Mora
Brenno Pesci
Antonio Presti
Prismadanza
Purpleryta (Ryta Barbero)
Paola Rattazzi
Alexis Rodríguez
Stefano Scarafia
Egle Scroppo
Rafael Suau
Valentino Tamburini
Daniele Testa
Casia Vengoechea
Paolo Viola
Pablo Yarza
In catalogo testi critici di Massimo Olivetti e Paola Travaglio
orari:
sabato e domenica:
10:00-12:00 / 15:30 – 19:30
Ingresso libero
Patrocinio del Comune di Bossolasco
Organizzazione:
Amici di Bossolasco per l’arte
Cu-Bo Cultura Bossolasco
In collaborazione con:
Aedificatio (Università di Alicante)
Associazione Culturale onlus Elegguà
e con il contributo di HIT.E.CO Soc Coop “Building ideas”
Per info:
340 19 12 811
cubo.culturabossolasco@gmail.com
Bossolasco, paese delle rose e perla delle Langhe, dal 31 luglio al 5 settembre 2021 ospiterà nella ex Chiesa dei Battuti una esposizione internazionale curata da Gina Taddei e Paola Travaglio per l’Associazione “Amici di Bossolasco per l’Arte” dal titolo “L’ABBRACCIO - L’eccezione di un gesto”. Il dialogo tra culture, ancor più urgente e necessario per esorcizzare l’isolamento imposto dalla tragedia della pandemia, trova la propria espressione nelle opere di 42 artisti provenienti da diversi Paesi, simbolicamente uniti da pittura, scultura, fotografia ed installazioni in un unico grande abbraccio. Al folto numero di presenze italiane si aggiungono infatti Jotaká, Hermelando Bernabé Marhuenda e Pablo Yarza (Spagna), René Breila (Repubblica Ceca), Eleonora Collini (Regno Unito), Casia Vengoechea (USA), Vito Langa (Mozambico), Elio Delgado Valdés, José González Jogo, Francisco Gordillo, Julio Ángel Larramendi, Néstor Martí, Alexis Rodríguez e Rafael Suau (Cuba). Si intende così affermare il peso culturale e l’internazionalità di Bossolasco, che nel secolo scorso ha rappresentato un punto d’incontro per pittori, letterati e intellettuali aperti al mondo ed è ora sempre più meta di visitatori stranieri.
“Ci si abbraccia per ritrovarsi interi”, scriveva Alda Merini ed è questo l’intento, l’auspicio e la sintesi dell’esposizione.
“L’abbraccio – sottolinea Paola Travaglio - è un gesto semplice, spontaneo e quotidiano, ma allo stesso tempo potente e terapeutico. È un gesto universale per esprimere amore, affetto, compassione, vicinanza, comprensione, per prendersi cura e includere l’altro, per avvolgere e lasciarsi avvolgere, per accogliere e abbandonarsi. Nella storia dell’arte questo tema iconografico, seppur non così consueto, è stato indagato nelle sue diverse sfaccettature: dall’abbraccio materno, tenero e intimo, a quello passionale, quasi carnale, a quello simbolico e mitologico.
Oggi, però, tutto è cambiato. Nel particolare periodo storico che stiamo vivendo, un gesto così consueto e familiare è infatti divenuto l’eccezione: nella “nuova normalità” non ci è permesso, non è consentito. Dobbiamo mantenerci distanti, non avvicinarci, non toccarci, e questa distanza ormai non è più soltanto fisica. Ha prodotto inevitabili cambiamenti a livello sociale e di relazione e comunicazione tra le persone. L’incontro, oggi, è virtuale e la vicinanza concessa dalle tecnologie della comunicazione non è altro che un’illusione: potenzialmente tutto è possibile, ma in realtà tutto ci è negato, tutto è lontano. Nell’epoca digitale, già molto prima della pandemia, stavamo diventando osservatori distanti e frettolosi dell’altro: ora forse faremo un passo indietro in una direzione più “umanistica” e saremo più attenti all’affettività, all’incontro, alle disposizioni dell’animo?
L’idea di questa mostra collettiva, che riunisce artisti provenienti da diversi Paesi, nasce dalla volontà di proporre una riflessione su questo cambiamento e su quel vuoto silenzioso, quell’attesa che tutti stiamo vivendo e che ci fa sentire come un’urgenza la vicinanza dell’altro. La mostra stessa vuole essere un “abbraccio globale”, uno sguardo di speranza verso il futuro che ci attende, come l’arte stessa salvifica e ristoratrice, spazio di incontro possibile”.
L'immagine scelta ad illustrazione del post è un particolare dell'opera:
"Hasta tu piel sin frontera"
di Bernabé Marhuenda
inchiostro su carta
125 x 75 cm
2021
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