Maria Giulia Alemanno: Obba, Yewa e tre santere
acrilici e pastelli acquerellabili su tela
2016
Maria Giulia Alemanno
LAS MUERTERAS Y LOS ANCESTROS
Museo Casa de África
de la Oficina del Historiador de la Ciudad de La Habana
de la Oficina del Historiador de la Ciudad de La Habana
Obra Pía n. 157 e/ San Ignacio y Mercaderes
4 - 22 gennaio 2017
4 - 22 gennaio 2017
LA HABANA VIEJA
Cuba
Cuba
Inaugurazione 4 gennaio, ore 10.00
orari:
da martedì a sabato: 10:15 - 17:45
domenica: 9:15 - 12:45
chiuso il lunedì
orari:
da martedì a sabato: 10:15 - 17:45
domenica: 9:15 - 12:45
chiuso il lunedì
Info:
+39 3393484147 (Italia)
+53 7 861 5798 (Cuba)
http://www.mariagiulia-alemanno.com
africa@cultural.ohch.cu
onlus.eleggua@hotmail.it
+39 3393484147 (Italia)
+53 7 861 5798 (Cuba)
http://www.mariagiulia-alemanno.com
africa@cultural.ohch.cu
onlus.eleggua@hotmail.it
con il Patrocinio de la Oficina del Historiador de la Ciudad de La Habana
in collaborazione con
Sezione Italiana del Comitato Imprenditoriale Cuba-Italia - CICI
e Associazione Culturale onlus Elegguà
Parte
integrante del XXI° Convegno Scientifico di
Antropologia Sociale e Culturale Afroamaericana
organizzato dal Museo Casa de África de
la Oficina del Historiador de La
Ciudad de La Habana, LAS MUERTERAS Y LOS ANCESTROS a cura del critico d'arte Massimo Olivetti è il titolo della tredicesima mostra personale di Maria Giulia Alemanno a Cuba, un’avventura cominciata nel 2004 con “Santería”, un
corpo di trenta opere esposte nel Convento di San Francisco nel cuore di La
Habana Vieja, e mai interrotta. Costante è stata da allora la ricerca
dell’artista italiana nel variegato mondo della cultura afrocubana. Attratta
dai colori e dalle narrazioni, è la sola pittrice europea ad aver dipinto gli Orishas dell’olimpo Yoruba su tele di
grandi dimensioni libere dalla costrizione del telaio, un’opera corale ed
imponente destinata ad arricchirsi di nuove presenze.
In questo
percorso “Las Muerteras y los ancestros”
non è una sosta ma un approfondimento. Oyá Yansá, Yewá e Obba, le tre divinità femminili dell’Olimpo Yoruba guardiane del
cimitero, compaiono qui in una nuova versione sempre di grande formato,
arricchite di attributi simbolici e circondate da ritratti immaginari e
reali attraverso cui si descrivono lo
sradicamento e le sofferenze di un’umanità deportata per il lavoro servile, e
nei secoli la tenace sopravvivenza di miti e rituali per preservare memorie,
ricordi ed identità tramite il culto degli antenati. Il tema rimanda all’attualità del dramma dei migranti in fuga
dalle guerre e dalla miseria verso l’Europa, legando tragicamente passato e
presente.
Sono
soprattutto volti di schiavi giunti in catene sull’isola di Cuba come in tutto
il continente americano, uomini, donne e bambini per generazioni privati di
ogni diritto, figure dolenti che ci osservano con occhi senza luce chiedendoci
di non dimenticare. Tutti emergono da un fondo bianco come fantasmi di cui,
seppur privi di fisicità, avvertiamo la
forza e la presenza. I corpi si perdono nella tela in linee e pennellate leggere
mentre i tratti del viso sono definiti e gli incarnati segnati da luci e da
ombre. Tra di loro Maria Giulia
Alemanno ha voluto inserire quattro
ritratti di antenati significativi per la Santería cubana, ricavati da
fotografie sfuocate che l’hanno
costretta a cercarne l’anima profonda: Remigio Herrera Adeshina Obara Meyi, Fermina Gómez, Ma
Monserrate González Obá Tero, Tiburcia Sotolongo Oshún Mewa, quest’ultima
“incontrata” in una rara immagine giovanile. E’ questa la dimensione umana ed
artistica che più le interessa, lontana dalla riproduzione fedele
dell’iper-realismo ed invece molto vicina a quel realismo magico figlio
dell’America Latina che attraversa e indaga i territori al confine del sogno.
Ad un ritratto in particolare Maria Giulia Alemanno
è affettivamente legata. E’ quello di Vitalia
Oviedo, “la cuentera de La Habana Vieja” che l’artista ha incontrato tante
volte durante i Convegni di Antropologia del Museo Casa de África, e alle cui intense
narrazioni orali sulla schiavitù è ispirata la mostra. A lei, che è ora parte
del venerato mondo degli antenati, è dedicata Las Muerteras y los Ancestros, trentatre opere in acrilico e
pastelli acquerellabili su tela, racconto per immagini di mille dolori.
Maria Giulia
Alemanno
Note biografiche
e mostre principali
e mostre principali
artista,
critico d’arte, giornalista, è stata allieva e collaboratrice del maestro
Francesco Tabusso.
Oltre che in
Italia, le sue opere sono state esposte in mostre personali e collettive negli
Stati Uniti, Canada, Messico, Spagna, Argentina e Cuba. Vive e lavora a Torino,
dov'è nata, e a Crescentino tra le risaie del vercellese. Da lì é partita per
molti viaggi fino a giungere a Cuba dove ha avuto inizio la sua ricerca nel
mondo della Santería, il culto sincretico radicato nell'isola caraibica, a cui
nel 2003 dedica cinque mostre personali in Piemonte.
A Cuba,
espone nel 2004 un corpo di trenta opere nel Convento di San Francisco a
L'Avana e nel 2005 al Museo Alejandro de Humboldt il grande ciclo pittorico
“MIS ORISHAS”. E' dello stesso anno
la personale alla Thomson House di Montreal.
Nel gennaio 2007 il Museo Casa de la Obrapía di L’Avana ospita “YEMAYA Y SUS SIETE CAMINOS”, dedicata alla
Grande Madre, signora dell’acqua di mare. In seguito la mostra approda al Museo
Morro Cabaña, all'Istituto Nazionale di Antropologia e alla Galleria Concha
Ferrant di Guanabacoa .
Nello stesso
anno il ciclo “ Mis Orishas” viene esposto nelle sale di Villa Burba a Rho
(Milano) ed al Museo Nazionale Preistorico Etnografico Luigi Pigorini di Roma.
E’ del 2008
la personale negli spazi de la Unión del los Artistas Cubanos de Matanzas. Nel 2009 espone a Palazzo Primavera a Terni.
Nel Gennaio
2010 con lo scenografo Gino Pellegrini
realizza la performance “ENTRE TIERRA Y CIELO, canto pictórico a los
Orishas” nella Plaza Vieja di L’Avana ed espone cinque divinità santere nelle
sale del Museo Casa de África.
Ad aprile
dello stesso anno le viene assegnato il
Premio Internazionale di Pittura ITALIA ARTE a Villa Gualino, mentre una sua valigia d’ispirazione
afro cubana diventa in estate parte centrale della scenografia della
trasmissione di Rai 3 “Alle Falde del Kilimangiaro.”
Nel novembre
2011 espone al Museo di Scienze Naturali di Torino sei grandi dipinti santeri nell’ambito della
mostra “OMAGGIO ALL’ITALIA DELL’ARTE. Identità e differenze” nell’opera di 8
artisti torinesi”.
2013:
PICCOLI VIAGGI DI CARTA – Centro Studi
cultura e Società di Torino. Personale
2014:
Scenografia per lo spettacolo DONNA COME TI CHIAMI? al Teatro Auditorium Viotti di Fontanetto Po ed in contemporanea,
nel foyer, “LE INQUIETE”, mostra personale.
2015: FORME E COLORI -Artisti a Bossolasco, terza edizione, due sale nella casa
che fu di Enrico Paulucci. Personale
2016: ALMAS DE MIS
TALLERES – mostra fotografica al Museo Casa de
África in occasione del XX° Taller de Antropología Social y Cultural –La Habana
Biografia
completa nel sito personale:
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