mercoledì 21 dicembre 2016

LAS MUERTERAS Y LOS ANCESTROS di MARIA GIULIA ALEMANNO in mostra a L'AVANA

Maria Giulia Alemanno: Obba, Yewa e tre santere
acrilici e pastelli acquerellabili  su tela
2016

Maria Giulia Alemanno
LAS MUERTERAS Y LOS ANCESTROS
Museo Casa de África
de la Oficina del Historiador de la Ciudad de La Habana
Obra Pí­a n. 157 e/ San Ignacio y Mercaderes

4 - 22  gennaio 2017
LA HABANA VIEJA
Cuba
Inaugurazione 4 gennaio, ore 10.00

orari:
  da martedì a sabato: 10:15  - 17:45
domenica: 9:15 - 12:45
chiuso il lunedì
Info:
+39 3393484147 (Italia)
+53 7 861 5798 (Cuba)
http://www.mariagiulia-alemanno.com
africa@cultural.ohch.cu
onlus.eleggua@hotmail.it

con il Patrocinio de la Oficina del Historiador de la Ciudad de La Habana
in collaborazione con 
Sezione Italiana del Comitato Imprenditoriale Cuba-Italia - CICI
 e Associazione Culturale onlus Elegguà


Parte integrante del XXI° Convegno Scientifico di Antropologia Sociale e Culturale Afroamaericana organizzato dal Museo Casa de África de la Oficina del Historiador de La Ciudad de La Habana,  LAS MUERTERAS Y LOS ANCESTROS a cura del critico d'arte Massimo Olivetti è il titolo della tredicesima mostra personale di Maria Giulia Alemanno a Cuba, un’avventura cominciata nel 2004 con “Santería”, un corpo di trenta opere esposte nel Convento di San Francisco nel cuore di La Habana Vieja, e mai interrotta. Costante è stata da allora la ricerca dell’artista italiana nel variegato mondo della cultura afrocubana. Attratta dai colori e dalle narrazioni, è la sola pittrice europea ad aver dipinto gli Orishas dell’olimpo Yoruba su tele di grandi dimensioni libere dalla costrizione del telaio, un’opera corale ed imponente destinata ad arricchirsi di nuove presenze.

In questo percorso “Las Muerteras y los ancestros” non è una sosta ma un approfondimento. Oyá Yansá, Yewá e Obba, le tre divinità femminili dell’Olimpo Yoruba guardiane del cimitero, compaiono qui in una nuova versione sempre di grande formato, arricchite di attributi simbolici e circondate da ritratti immaginari e reali  attraverso cui si descrivono lo sradicamento e le sofferenze di un’umanità deportata per il lavoro servile, e nei secoli la tenace sopravvivenza di miti e rituali per preservare memorie, ricordi ed identità tramite il culto degli antenati. Il tema rimanda  all’attualità del dramma dei migranti in fuga dalle guerre e dalla miseria verso l’Europa, legando tragicamente passato e presente.

Sono soprattutto volti di schiavi giunti in catene sull’isola di Cuba come in tutto il continente americano, uomini, donne e bambini per generazioni privati di ogni diritto, figure dolenti che ci osservano con occhi senza luce chiedendoci di non dimenticare. Tutti emergono da un fondo bianco come fantasmi di cui, seppur privi di fisicità,  avvertiamo la forza e la presenza. I corpi si perdono  nella tela in linee e pennellate leggere mentre i tratti del viso sono definiti e gli incarnati segnati da luci e da ombre.  Tra di loro Maria Giulia Alemanno  ha voluto inserire quattro ritratti di antenati significativi per la Santería cubana, ricavati da fotografie sfuocate che  l’hanno costretta a cercarne l’anima profonda: Remigio Herrera Adeshina Obara Meyi, Fermina Gómez, Ma Monserrate González  Obá Tero, Tiburcia Sotolongo Oshún Mewa, quest’ultima “incontrata” in una rara immagine giovanile. E’ questa la dimensione umana ed artistica che più le interessa, lontana dalla riproduzione fedele dell’iper-realismo ed invece molto vicina a quel realismo magico figlio dell’America Latina che attraversa e indaga i territori al confine del sogno.

 Ad un ritratto in particolare Maria Giulia Alemanno è affettivamente legata. E’ quello di Vitalia Oviedo, “la cuentera de La Habana Vieja” che l’artista ha incontrato tante volte durante i Convegni di Antropologia del Museo Casa de África, e alle cui intense narrazioni orali sulla schiavitù è ispirata la mostra. A lei, che è ora parte del venerato mondo degli antenati, è dedicata Las Muerteras y los Ancestros, trentatre opere in acrilico e pastelli acquerellabili su tela, racconto per immagini di mille dolori.


Maria Giulia Alemanno
Note biografiche
e mostre principali

artista, critico d’arte, giornalista, è stata allieva e collaboratrice del maestro Francesco Tabusso.
Oltre che in Italia, le sue opere sono state esposte in mostre personali e collettive negli Stati Uniti, Canada, Messico, Spagna, Argentina e Cuba. Vive e lavora a Torino, dov'è nata, e a Crescentino tra le risaie del vercellese. Da lì é partita per molti viaggi fino a giungere a Cuba dove ha avuto inizio la sua ricerca nel mondo della Santería, il culto sincretico radicato nell'isola caraibica, a cui nel 2003 dedica cinque mostre personali in Piemonte.
A Cuba, espone nel 2004 un corpo di trenta opere nel Convento di San Francisco a L'Avana e nel 2005 al Museo Alejandro de Humboldt il grande ciclo pittorico “MIS ORISHAS. E' dello stesso anno la personale alla Thomson House di Montreal.  Nel gennaio 2007 il Museo Casa de la Obrapía di L’Avana ospita  “YEMAYA Y SUS SIETE CAMINOS”, dedicata alla Grande Madre, signora dell’acqua di mare. In seguito la mostra approda al Museo Morro Cabaña, all'Istituto Nazionale di Antropologia e alla Galleria Concha Ferrant di Guanabacoa .
Nello stesso anno il ciclo “ Mis Orishas” viene esposto nelle sale di Villa Burba a Rho (Milano) ed al Museo Nazionale Preistorico Etnografico Luigi Pigorini di Roma.
E’ del 2008 la personale negli spazi de la Unión del los Artistas Cubanos de Matanzas.  Nel 2009 espone a  Palazzo Primavera a Terni.
Nel Gennaio 2010 con lo scenografo Gino Pellegrini  realizza la performance “ENTRE TIERRA Y CIELO, canto pictórico a los Orishas” nella Plaza Vieja di L’Avana ed espone cinque divinità santere nelle sale del Museo Casa de África.
Ad aprile dello stesso anno  le viene assegnato il Premio Internazionale di Pittura ITALIA ARTE a Villa  Gualino, mentre una sua valigia d’ispirazione afro cubana diventa in estate parte centrale della scenografia della trasmissione di Rai 3 “Alle Falde del Kilimangiaro.”
Nel novembre 2011 espone al Museo di Scienze Naturali di Torino  sei grandi dipinti santeri nell’ambito della mostra “OMAGGIO ALL’ITALIA DELL’ARTE. Identità e differenze” nell’opera di 8 artisti torinesi”.
2013: PICCOLI  VIAGGI DI CARTA – Centro Studi cultura e Società di Torino. Personale
2014: Scenografia per lo spettacolo DONNA COME TI CHIAMI? al Teatro Auditorium  Viotti di Fontanetto Po ed in contemporanea, nel foyer, “LE INQUIETE”, mostra personale. 
2015: FORME E COLORI -Artisti a Bossolasco, terza edizione, due sale nella casa che fu di Enrico Paulucci.  Personale
2016: ALMAS DE MIS TALLERES – mostra fotografica al Museo Casa de África in occasione del XX° Taller de Antropología Social y Cultural –La Habana


Biografia completa nel sito personale:

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